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Giornata internazionale di sensibilizzazione sulle perdite e gli sprechi alimentari: la ricetta Fao

Nel 2019, il 17% di tutto il cibo disponibile per i consumatori è stato gettato via

In un appello urgente ad agire per ridurre la quantità di cibo sprecato lanciato in occasione dell’l’International Day of Awareness of Food Loss and Waste che si celebra oggi, l’Onu  ricorda che «La mancanza di cibo, la fame e la malnutrizione colpiscono tutti i Paesi del mondo».

A livello globale, circa il 14% del cibo prodotto  va perso tra il raccolto e la vendita al dettaglio. Secondo la Fao, «Nel 2019, il 17% di tutto il cibo disponibile per i consumatori è stato gettato via (l’11% nelle famiglie, il 5% nel servizio di ristorazione e il 2% nella vendita al dettaglio). Altri 132 milioni di persone affrontano oggi l’insicurezza alimentare e nutrizionale a causa della pandemia di Covid-19».

La perdita e lo spreco di cibo minano la sostenibilità dei nostri sistemi alimentari.  Quando il cibo viene perso o sprecato, tutte le risorse che sono state utilizzate per produrre questo cibo – inclusi acqua, terra, energia, lavoro e capitale – vanno sprecate. Inoltre, lo smaltimento delle perdite e dei rifiuti alimentari nelle discariche, porta a emissioni di gas serra, contribuendo al cambiamento climatico. La perdita e lo spreco di cibo possono anche avere un impatto negativo sulla sicurezza alimentare e sulla disponibilità di cibo e contribuire ad aumentare il costo del cibo.

Nancy Aburto, vicedirettrice food and nutrition della Division economic and social development stream della FAo, ha evidenziato che «Il problema dello spreco alimentare è globale e non limitato alle sole nazioni ricche. L’insicurezza alimentare, la fame e la malnutrizione stanno colpendo ogni Paese del mondo e nessun Paese ne è immune; 811 milioni di persone soffrono la fame, due miliardi soffrono di carenze di micronutrienti – cioè carenze di vitamine e minerali – e milioni di bambini soffrono di arresto della crescita e deperimento e forme mortali di denutrizione.

La Aburto ha avvertito che « L’elevato costo delle diete “sane”, significa che ormai sono fuori dalla portata di ogni regione del mondo, compresa l’Europa. Più paesi devono abbracciare l’innovazione per ridurre gli sprechi, come nuovi imballaggi che possono prolungare la durata di conservazione di molti alimenti, mentre le app per smartphone possono avvicinare i consumatori ai produttori, riducendo il tempo che passa tra il raccolto e il piatto».

Quello che è certo è che la riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari migliorerebbe i sistemi agroalimentari e aiuterebbe a raggiungere la sicurezza alimentare, la sicurezza del cibo e la qualità degli alimenti, il tutto garantendo risultati nutrizionali. Secondo la Fao, «Contribuirebbe anche in modo significativo alla riduzione delle emissioni di gas serra, nonché alla riduzione della pressione sul suolo e sulle risorse idriche».

L’Onu sottolinea che «Con meno di 9 anni rimasti per raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) 12 sulla garanzia del consumo sostenibile e il target 12.3 per dimezzare lo spreco alimentare globale pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumo, c’è un urgente bisogno di accelerare l’azione, fino alla scadenza del 2030. Tuttavia, questo richiede che le autorità nazionali e locali, insieme alle imprese e ai privati, diano priorità alle azioni in questa direzione e contribuiscano al ripristino e al miglioramento dei sistemi agroalimentari».

A soli tre mesi dalla fine dell’International Year of Fruits and Vegetables, la Fao ricorda che «Quel che produciamo fornisce nutrizione umana e sicurezza alimentare mentre lavora per raggiungere gli SDG».

Aprendo l’International Year of Fruits and Vegetables, il direttore generale della Fao, QU Dongyu, aveva già sottolineato che «Nell’attuale crisi sanitaria che stiamo affrontando in tutto il mondo, promuovere diete sane per rafforzare il nostro sistema immunitario è particolarmente appropriato. La  perdita e lo spreco di cibo nel settore frutta e verdura rimane un problema con notevoli conseguenze. Tecnologie e approcci innovativi sono di fondamentale importanza, in quanto possono aiutare a mantenere la sicurezza e la qualità, aumentando la shelf life dei prodotti freschi e preservandone l’alto valore nutritivo».

Per la Fao, «I nostri sistemi alimentari non possono essere resilienti se non sono sostenibili. Da qui la necessità di puntare sull’adozione di approcci integrati volti a ridurre le perdite e gli sprechi alimentari. Sono necessarie azioni a livello globale e locale per massimizzare l’uso del cibo che produciamo. L’introduzione di tecnologie, soluzioni innovative (comprese piattaforme di e-commerce per il marketing, sistemi mobili di trasformazione degli alimenti a scomparsa), nuovi modi di lavorare e buone pratiche per gestire la qualità del cibo e ridurre le perdite e gli sprechi alimentari sono fondamentali per attuare questo cambiamento trasformativo».

La Fao dice che per ridurre urgentemente la perdita e lo spreco di cibo bisogna fare alcune cose:

1. Non lasciare mai spazio  alla perdita e lo spreco di cibo!

2. Ridurre la perdita e lo spreco di cibo fornisce un mezzo potente per rafforzare la sostenibilità dei nostri sistemi alimentari e migliorare la salute del pianeta.

3. L’aumento dell’efficienza dei nostri sistemi alimentari e la riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari richiedono investimenti in innovazione, tecnologie e infrastrutture.

4. Il recupero e la ridistribuzione fanno buon uso delle eccedenze alimentari e contribuiscono a migliorare l’accesso al cibo per le persone più vulnerabili, prevenendo lo spreco alimentare e garantendo benefici economici, ambientali e sociali.

5. Indirizzare i rifiuti alimentari al compostaggio è meglio che mandarli in discarica, ma prevenire prima di tutto lo spreco di cibo è un modo ancora migliore per ridurre l’impatto sull’ambiente.

6. Realizzare e massimizzare gli impatti positivi della riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari richiede una buona governance e lo sviluppo del capitale umano, nonché collaborazione e partnership.

Fonte: Greenreport

 

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